- Piernas tenemos, no raíces; lo que somos no está en la sangre sino en la historia vivida y las experiencias compartidas
- L immigrazione trentina a Bahia Blanca
- Inmigrantes del Imperio Austríaco en Bahía Blanca e Ingeniero White (1880-1914)
- Italianos en Argentina y en particular, en Bahía Blanca.
- BIBLIOGRAFIA
- Italianos en Bahía Blanca
- Inmigración italiana en Bahía Blanca - Artículos y textos publicados
- Historia del Trentino (para tratar de comprender c...
domingo, 22 de noviembre de 2015
Angelo Tonini, de Riva del Garda en Bahía Blanca en 1891
Escrito de ese modo, el apellido no aparecía en ningún lado. Pero ya sabemos que quienes inscribian los apellidos, a veces duplicaban consonantes que no debían. Por eso, cuando tipeamos Tonini con una sola "N" apareció esta persona cuyos datos de nacimiento coinciden en las tres bases consultadas:
En la base "Nati in Trentino",
y en el registro de arribos de inmigrantes al puerto de Buenos Aires, publicado por el CEMLA:
¿Se habra radicado en la ciudad? ¿Serán descendientes suyos las dos o tres personas de apellildo Tonini que encontramos en la guia telefonica de la ciudad de Bahia Blanca?
martes, 10 de noviembre de 2015
Marcelo Nicolussi
Con gran pesar, hemos recibido la noticia del fallecimiento de Marcelo Nicolussi nacido en Pergine en 1938. Fue socio fundador del Círculo Trentino y presidente de la comision durante muchos años y amigo incondicional. ¡Nunca te olvidaremos!
domingo, 8 de noviembre de 2015
Diario del fronte (1916-1918) - Agustin Ferrari
Di fronte ad Olika (cittá della Volignia dove furono i piu
accaniti combattimenti in autumno del 1915 e anche nella la famosa offensiva di
Brussilow.)
Il giorno 3 giugno ebbi servizio fino alle 24. Alle 3 antem
del 4 mi sento svegliare da un fuoco a tamburo infernale; e in quel momento
viene il mio sucessore nel servizio a picchiare alla porta della mia stamberga
sotterranea e a dar l’allarma; in pochi minuti si fu tutti nei buchi di lupo
(fuchslach). Il dopopranzo, i russi passarono all’attacco alla destra della
compagnia d’italiani irred. della quale facevo parte come comandante di plotone
e dopo accaniti corpo a corpo si dovettero ritirare. La nostra compagnia invece
era fuori del fronte de’attacco perció, affinché non potessimo fare qualche
movimento avvolgente di fianco, i russi ci martellavano terribilmente. Del
resto questo primo giorno pasó per noi senza gravi incidente. Repinti, i russi
intensificarono vieppiu il fuoco di artiglieria di tutti i calibri fino a
notte, dopo di che si poté prender riposo.
All’alba del 5 giugno ricominció il fuoco ancor piu
terribile, e verso le otto colonne dietro a colonne passavano all’assalto delle
posizioni austriache, sconquassate terribilmente, alla destra e alla sinistra
di noi tanto che erano due o tre compagnie al massimo contro le quali non si
faceva che bombardare.
I russi superarono le prime linee e sconfissero
sanguinosamente i diversi contrattacchi austriaci. I russi cosi ci erano alle
spalle e il dopopranzo ci fecero assaggiare alcune migliaia di pallottole nella schiena. Battutit erano specialmente i
due plotoni (1 di ungheresi e l’altro della nostra stessa compagnia) che erano
venuti a rinforzare e a occuppare la cosidetta Machtstellung a pochi metri
dietro alla I línea. Accortomi di cio
corsi corsi dal I° tenente comandate di compagnia e gli dissi che eravamo
mitragliai alla schiena e che ci si doveva riparare. Non mi credette e mi
ordinó anzi di andaré io stesso con una pattuglia per constatare dove i russi
fossero (le linee telefoniche di campo erano ttutte rotte). Dopo aver un po
protestato uscii dalla tana di lupo dove era il comando di compagnia e volevo
andaré dai miei soldati.a un certo punto
della 1° trincea giaceva un morto colpito da granata e le pareti del
camminamento erano crollate: rimaneva soltanto un piccolo passaggio fra ilmorto
e la parete frontale. Feci per stisciarmi attraerso quel buco quando mi scoppio
una granata a forse un metro di distanza e tappa tutta l’uscita del buco; mi
ritiro e tento di pasarse per l’”ordononanzengraben” quando una salva di
granate e scrapnells me lo impedi facendo franare tutto il camminamento. Tornai
nel suddetto buco di lupo ed esposi al comandanti di compangia l’impossibilitá
di eseguire il suo ordine: si arrabbió e volle provar lui stesso. Appena uscito
gli scoppia una granata a qualche passo e lo fece correré quasi pazzo dalla
paura nel prossimo ricovero. Io rimasi intanto nel 1° col tenente Zorsi. I russi
intensificarono tremendamente il fuoco di artiglieria ed un paio di granate
scoppiarono all’entrata del nostro ricovero. Io allora volevo fuggire di li
tanto piu che il ricovero non era tanto sicuro essendo ancora non terminato ma
il Zorsi non volle uscire, e s’internó nel corridoio sotterraneo ancora senza
armatura: la volta franó in seguito allo scoppio di una granata e lui fu
coperto ma ½ m di sabbia: accorsi coll’attrezzo per liberarlo; sentí il mio
disgraziato compagno che mi diceva di andare dalla parte opposta perché avrei
fratto piú presto a liberarlo, ma nel mentre tento di alzarmi, mi sento
impovvisamente soffocoare sotto una gran massa di sabbia: emisi un grido
disperato, tentai di spostar con le gambe e con le braccia la sabbia che
minacciava di farmi morir d’affissia e per mia buona ventura una ordinanza di
campagna che entrava in quel momento vide la mia mano sinistra che sporgeva
dalla sabbia
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Mi sentii strappar fuori e gettar d’un colpo a metá scale
dalla salita per uscire… Mi trovai dopo pochim inuit nel buco delle proprovande
dove mi si fece bere un po’ di vino e rinvenni un po´ dello sbalordimento ma
anche sopra alle entrata di questa tana scoppió una mina (bombarda) e lo riempí
di pulviscolo… Fuggi in un altro ricovero seguito dal mio attendente che appena
sento che ero in pericolo corse a crecarmi. Sotto mia responsabilitá feci
entrare in ricovero tutta la compagnia perché il fuoco continuaba. Qi mi
rinvenni quasi completmaente. Alle 16 o 17 il fuoco cesso. Si entiba poi uno scopiettio
di mitragliatrici e fucilaria lontano, credemmo di essere circondati dai russi
e percio ci demmo alacremente a foggiare una bandiera bianca con una camicia,
legándola in cima alla baionetta inastata sul fucile. Oh come dovemmo presto
illuderci! Uscii e andai un po’ piu lungo i camminamenti e trovo in un ricovero
il comandante di compagnia istupidito e con lui l’alfiere Crunning
completamente sordo e rannichiato in cantone che mi dice di aver ricevuto
l’ordine per ritirarsi alle 21, affidava percio a me l’incarico di condurre i
due primi plotoni a Padinanri??? Gli altri due fuori, indietro in direzione di
holupoy. Al momento di partire il primo tenente mi fu sempre insieme e dovetti
iniciar la ritirata. Rrdiamn iu forutano di me era un po’ lontano e doveva
rirtirarse per un altra via e congiungergi poi a un dato punto a me. Egli pero
rimase lí ad aspettare i russi: Noi ci ritirammo tormentati e perseguitati
spietatamente da un fuoco micidiale di mitragliatrice fucileria e skrapnells
alle prima, da una pioggia torrenziale poi; smarimmo la via e arrivammo perció
a Horlupy soltanto alle una del giorno 6, bagnati fradici e dio senza berretto
(l’avevo perduto nel buco di lupo dove rimase asfissiato Zorsi ad onta dei
soccorsi che avevo inviato piu volte per disotterarrlo e dove morirono per
questo alcuni soldati fra i quali anche Dedrancewsco, quella ordinanza che
aveva salvato si fortuitamente me) e con i calzoni a brandelli.
Il 6 giugno fuggimmo da Horlupy alle 10 antem e fra questo
paese e Romanov vi fu un piccolo combattimento fra pattulgie di cavalleria
russa rinforzate piu tardi da compagnie di mitragliatrici e l’82° reggimento 29
cacciatori di campo del quale facevo io parte o el4 o 5 batt cacc camp. Dopo
poco fuggimmo disordinatmaente verso Lus.. ci fermarono a Teremo e ci fecero
occupare una posizione avanzati alcuni km dal alla cittá. La notte dormii un
paio di ore in una palude.
Il giorno 7 ebbi l’ordine di andare in un colle vicino per
rinforzare la línea dell ‘82° regg. Verso le 17 fuggimmo alla vista di alcune
pattuglie russe e ci fermammo a Teremo
ove erano arrivati altri reggimenti di ungheresi freschi, che avevano occupato
una línea assai forte e ben preparata; noi si fu di reserva nella cittá stesa.
Appena arrivate le artiglierie russe incominciarono a martellare quelle
posizioni e dopo due ore i famosi honoed si
davano a precipitosa e disordinata fuga verso linsk. Noi eravamo destinato di
retroguardia ma intanto i russi ci avevano scoperto mentre noi si faceva
adúnate, ci mandavano delle pallottono che costringevano il maggiore comandante
del battagliane a fermarsi colla rivoltella in pugno. Finalmente finirono di
passare i maggiari e venne la nostra volta: partimmo in bellissimo ordine di
marcia ma appena fuori dal caseggiato ci demmo a precipitata fuga verso Lusl (4
o 5 km distante) bombardati da un paio di batterie di 12 cm. Attraversammo Lusk
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Andammo a fermarci a 6km della cittá a aboreg, ovest di
Lusk. Appena fuori di Lusk i pioneri prepraravano gli scavi per far saltare il
ponte sullo Styr. Scoppio un temporalone che ci bagnó fino alle midolle delle
ossa. Dormii la notte abbastanza bene un una casa con un po’ di paglia. La
línea dello Styr era anche ben preparata e l’occupavano truppe per la maggior
parte fresche. Noi, a quanto ó potuto capire, eravamo reserva d’armata ma
preciso non lo so perché da quel giorno in poi non mi si disse piú nulla di ció
che avveniva attorno a noi e incominciarono a farmi sorvegliarmi di nascosto e
non mi davano nessun incarico che potessi sbrigare da solo.
Il giorno 8 fui mandato verso il mezzodi con alcuni uomini a
rinforazare un avamposto e assumere il comando. Ebbi sempre vicino un
caporalmaggiore sfegatato aguzzino ungherese. Fui ritirato di li appena furono
in vista i russi dopo un po di riposo ci ritirammo alcuni km e passammo la
notte quale “artlleriebadeckung” (di guardia e rinforzo ad alcune batterie).
Il 9 alcuni km piu indietro senza nessun incidente di
guerra.
Il 10 fummo di reserva a Zublino e poi a Warowicz senza
combattimenti
L’11 riposammo in Keresk, preparammo naturalmente ed
occupammo una línea di difesa e partimmo alle 20 senza aver visto un ruso.
12 riposo a Nowi-Dwor. Qui avvenne lo scioglimento della
compagnia di italiani irredenti i quali furono sparsi in 4 compagnie. Causa di
questo fu il continuo diminuire del nostro contingente senza che avvenissero
dei combattimenti; rimanevano indietro aspettando d’esser liberati dai russi.
In questo giorno mi mandarono in riposo a Inirri presso il treno? Del
battaglione; un tenente rumeno l’unico mio amico ottenne pure alcuni giorni di
riposo. Il noastro comandante di compagnia era in riposo fino dal 7 giugno.
Il 13 fui interrogato da questi chi dei nostri soldati
meritava di essere proposto per la midaglia al valore e poi visto che io non
volevo parlare (e proporre nessuno: tachado) incomincio a domandarmi di questo
e di quello: si si come crede Lei, io non saprei, gli rispondevo. Incomincia a
dettare al manpolante che c’era lí il nome dell’alfiere dunning e la
motivazione per cui lo proponeva alla recompensa al valore e cosí
all’improvvisio mi guarda e continua a dettare allo scrivano: kadett Ferrari
Agostino… per aver respinto i russi a colpi di granate a mano” (notisi qui che gettai bensi quelle
bombe a mano ma dopo continue e ripetute minacce dal comandante di comp che mi
indicaba alcuni russi sotto i cavalli di ¿frisia? davanti alla mia trincera a
400 pasi circa; e io dovevo ucciderli a colpi di granate a mano! (io solo del
mio plotone sapevo maneggiare queste bombe e percio ne feci espludere alcune
810-15) a una 40na di passi davanti a noi) “e per aver combattutto colle
retroguardie fino al giorno 12c…….” Mi avesse mandato un fulmine avrebbe fatto
meglio. Non feci piu parola: rispondevo alle sue interrogazioni mai piu che con
un si o un no.
Fino il 18 giugno irmasi in riposo e non feci che mangiare
bere, dormiré e ammazzare pidocchi, che ne avevo la mia parte!!!...
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