domingo, 22 de noviembre de 2015

Angelo Tonini, de Riva del Garda en Bahía Blanca en 1891


Escrito de ese modo, el apellido no aparecía en ningún lado. Pero ya sabemos que quienes inscribian los apellidos, a veces duplicaban consonantes que no debían. Por eso, cuando tipeamos Tonini con una sola "N" apareció esta persona cuyos datos de nacimiento coinciden en las tres bases consultadas:

En la base "Nati in Trentino",


y en el registro de arribos de inmigrantes al puerto de Buenos Aires, publicado por el CEMLA:


¿Se habra radicado en la ciudad? ¿Serán descendientes suyos las dos o tres personas de apellildo Tonini que encontramos en la guia telefonica de la ciudad de Bahia Blanca?

martes, 10 de noviembre de 2015

Marcelo Nicolussi


Con gran pesar, hemos recibido la noticia del fallecimiento de Marcelo Nicolussi nacido en Pergine en 1938. Fue socio fundador del Círculo Trentino y presidente de la comision durante muchos años y amigo incondicional. ¡Nunca te olvidaremos!

domingo, 8 de noviembre de 2015

Diario del fronte (1916-1918) - Agustin Ferrari



Di fronte ad Olika (cittá della Volignia dove furono i piu accaniti combattimenti in autumno del 1915 e anche nella la famosa offensiva di Brussilow.)
Il giorno 3 giugno ebbi servizio fino alle 24. Alle 3 antem del 4 mi sento svegliare da un fuoco a tamburo infernale; e in quel momento viene il mio sucessore nel servizio a picchiare alla porta della mia stamberga sotterranea e a dar l’allarma; in pochi minuti si fu tutti nei buchi di lupo (fuchslach). Il dopopranzo, i russi passarono all’attacco alla destra della compagnia d’italiani irred. della quale facevo parte come comandante di plotone e dopo accaniti corpo a corpo si dovettero ritirare. La nostra compagnia invece era fuori del fronte de’attacco perció, affinché non potessimo fare qualche movimento avvolgente di fianco, i russi ci martellavano terribilmente. Del resto questo primo giorno pasó per noi senza gravi incidente. Repinti, i russi intensificarono vieppiu il fuoco di artiglieria di tutti i calibri fino a notte, dopo di che si poté prender riposo.
All’alba del 5 giugno ricominció il fuoco ancor piu terribile, e verso le otto colonne dietro a colonne passavano all’assalto delle posizioni austriache, sconquassate terribilmente, alla destra e alla sinistra di noi tanto che erano due o tre compagnie al massimo contro le quali non si faceva che bombardare.
I russi superarono le prime linee e sconfissero sanguinosamente i diversi contrattacchi austriaci. I russi cosi ci erano alle spalle e il dopopranzo ci fecero assaggiare alcune migliaia di pallottole  nella schiena. Battutit erano specialmente i due plotoni (1 di ungheresi e l’altro della nostra stessa compagnia) che erano venuti a rinforzare e a occuppare la cosidetta Machtstellung a pochi metri dietro alla I línea.  Accortomi di cio corsi corsi dal I° tenente comandate di compagnia e gli dissi che eravamo mitragliai alla schiena e che ci si doveva riparare. Non mi credette e mi ordinó anzi di andaré io stesso con una pattuglia per constatare dove i russi fossero (le linee telefoniche di campo erano ttutte rotte). Dopo aver un po protestato uscii dalla tana di lupo dove era il comando di compagnia e volevo andaré dai miei soldati.a  un certo punto della 1° trincea giaceva un morto colpito da granata e le pareti del camminamento erano crollate: rimaneva soltanto un piccolo passaggio fra ilmorto e la parete frontale. Feci per stisciarmi attraerso quel buco quando mi scoppio una granata a forse un metro di distanza e tappa tutta l’uscita del buco; mi ritiro e tento di pasarse per l’”ordononanzengraben” quando una salva di granate e scrapnells me lo impedi facendo franare tutto il camminamento. Tornai nel suddetto buco di lupo ed esposi al comandanti di compangia l’impossibilitá di eseguire il suo ordine: si arrabbió e volle provar lui stesso. Appena uscito gli scoppia una granata a qualche passo e lo fece correré quasi pazzo dalla paura nel prossimo ricovero. Io rimasi intanto nel 1° col tenente Zorsi. I russi intensificarono tremendamente il fuoco di artiglieria ed un paio di granate scoppiarono all’entrata del nostro ricovero. Io allora volevo fuggire di li tanto piu che il ricovero non era tanto sicuro essendo ancora non terminato ma il Zorsi non volle uscire, e s’internó nel corridoio sotterraneo ancora senza armatura: la volta franó in seguito allo scoppio di una granata e lui fu coperto ma ½ m di sabbia: accorsi coll’attrezzo per liberarlo; sentí il mio disgraziato compagno che mi diceva di andare dalla parte opposta perché avrei fratto piú presto a liberarlo, ma nel mentre tento di alzarmi, mi sento impovvisamente soffocoare sotto una gran massa di sabbia: emisi un grido disperato, tentai di spostar con le gambe e con le braccia la sabbia che minacciava di farmi morir d’affissia e per mia buona ventura una ordinanza di campagna che entrava in quel momento vide la mia mano sinistra che sporgeva dalla sabbia
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Mi sentii strappar fuori e gettar d’un colpo a metá scale dalla salita per uscire… Mi trovai dopo pochim inuit nel buco delle proprovande dove mi si fece bere un po’ di vino e rinvenni un po´ dello sbalordimento ma anche sopra alle entrata di questa tana scoppió una mina (bombarda) e lo riempí di pulviscolo… Fuggi in un altro ricovero seguito dal mio attendente che appena sento che ero in pericolo corse a crecarmi. Sotto mia responsabilitá feci entrare in ricovero tutta la compagnia perché il fuoco continuaba. Qi mi rinvenni quasi completmaente. Alle 16 o 17 il fuoco cesso. Si entiba poi uno scopiettio di mitragliatrici e fucilaria lontano, credemmo di essere circondati dai russi e percio ci demmo alacremente a foggiare una bandiera bianca con una camicia, legándola in cima alla baionetta inastata sul fucile. Oh come dovemmo presto illuderci! Uscii e andai un po’ piu lungo i camminamenti e trovo in un ricovero il comandante di compagnia istupidito e con lui l’alfiere Crunning completamente sordo e rannichiato in cantone che mi dice di aver ricevuto l’ordine per ritirarsi alle 21, affidava percio a me l’incarico di condurre i due primi plotoni a Padinanri??? Gli altri due fuori, indietro in direzione di holupoy. Al momento di partire il primo tenente mi fu sempre insieme e dovetti iniciar la ritirata. Rrdiamn iu forutano di me era un po’ lontano e doveva rirtirarse per un altra via e congiungergi poi a un dato punto a me. Egli pero rimase lí ad aspettare i russi: Noi ci ritirammo tormentati e perseguitati spietatamente da un fuoco micidiale di mitragliatrice fucileria e skrapnells alle prima, da una pioggia torrenziale poi; smarimmo la via e arrivammo perció a Horlupy soltanto alle una del giorno 6, bagnati fradici e dio senza berretto (l’avevo perduto nel buco di lupo dove rimase asfissiato Zorsi ad onta dei soccorsi che avevo inviato piu volte per disotterarrlo e dove morirono per questo alcuni soldati fra i quali anche Dedrancewsco, quella ordinanza che aveva salvato si fortuitamente me) e con i calzoni a brandelli.
Il 6 giugno fuggimmo da Horlupy alle 10 antem e fra questo paese e Romanov vi fu un piccolo combattimento fra pattulgie di cavalleria russa rinforzate piu tardi da compagnie di mitragliatrici e l’82° reggimento 29 cacciatori di campo del quale facevo io parte o el4 o 5 batt cacc camp. Dopo poco fuggimmo disordinatmaente verso Lus.. ci fermarono a Teremo e ci fecero occupare una posizione avanzati alcuni km dal alla cittá. La notte dormii un paio di ore in una palude.
Il giorno 7 ebbi l’ordine di andare in un colle vicino per rinforzare la línea dell ‘82° regg. Verso le 17 fuggimmo alla vista di alcune pattuglie russe  e ci fermammo a Teremo ove erano arrivati altri reggimenti di ungheresi freschi, che avevano occupato una línea assai forte e ben preparata; noi si fu di reserva nella cittá stesa. Appena arrivate le artiglierie russe incominciarono a martellare quelle posizioni e dopo due ore i famosi honoed si davano a precipitosa e disordinata fuga verso linsk. Noi eravamo destinato di retroguardia ma intanto i russi ci avevano scoperto mentre noi si faceva adúnate, ci mandavano delle pallottono che costringevano il maggiore comandante del battagliane a fermarsi colla rivoltella in pugno. Finalmente finirono di passare i maggiari e venne la nostra volta: partimmo in bellissimo ordine di marcia ma appena fuori dal caseggiato ci demmo a precipitata fuga verso Lusl (4 o 5 km distante) bombardati da un paio di batterie di 12 cm. Attraversammo Lusk
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Andammo a fermarci a 6km della cittá a aboreg, ovest di Lusk. Appena fuori di Lusk i pioneri prepraravano gli scavi per far saltare il ponte sullo Styr. Scoppio un temporalone che ci bagnó fino alle midolle delle ossa. Dormii la notte abbastanza bene un una casa con un po’ di paglia. La línea dello Styr era anche ben preparata e l’occupavano truppe per la maggior parte fresche. Noi, a quanto ó potuto capire, eravamo reserva d’armata ma preciso non lo so perché da quel giorno in poi non mi si disse piú nulla di ció che avveniva attorno a noi e incominciarono a farmi sorvegliarmi di nascosto e non mi davano nessun incarico che potessi sbrigare da solo.
Il giorno 8 fui mandato verso il mezzodi con alcuni uomini a rinforazare un avamposto e assumere il comando. Ebbi sempre vicino un caporalmaggiore sfegatato aguzzino ungherese. Fui ritirato di li appena furono in vista i russi dopo un po di riposo ci ritirammo alcuni km e passammo la notte quale “artlleriebadeckung” (di guardia e rinforzo ad alcune batterie).
Il 9 alcuni km piu indietro senza nessun incidente di guerra.
Il 10 fummo di reserva a Zublino e poi a Warowicz senza combattimenti
L’11 riposammo in Keresk, preparammo naturalmente ed occupammo una línea di difesa e partimmo alle 20 senza aver visto un ruso.
12 riposo a Nowi-Dwor. Qui avvenne lo scioglimento della compagnia di italiani irredenti i quali furono sparsi in 4 compagnie. Causa di questo fu il continuo diminuire del nostro contingente senza che avvenissero dei combattimenti; rimanevano indietro aspettando d’esser liberati dai russi. In questo giorno mi mandarono in riposo a Inirri presso il treno? Del battaglione; un tenente rumeno l’unico mio amico ottenne pure alcuni giorni di riposo. Il noastro comandante di compagnia era in riposo  fino dal 7 giugno.
Il 13 fui interrogato da questi chi dei nostri soldati meritava di essere proposto per la midaglia al valore e poi visto che io non volevo parlare (e proporre nessuno: tachado) incomincio a domandarmi di questo e di quello: si si come crede Lei, io non saprei, gli rispondevo. Incomincia a dettare al manpolante che c’era lí il nome dell’alfiere dunning e la motivazione per cui lo proponeva alla recompensa al valore e cosí all’improvvisio mi guarda e continua a dettare allo scrivano: kadett Ferrari Agostino… per aver respinto i russi a colpi di granate  a mano” (notisi qui che gettai bensi quelle bombe a mano ma dopo continue e ripetute minacce dal comandante di comp che mi indicaba alcuni russi sotto i cavalli di ¿frisia? davanti alla mia trincera a 400 pasi circa; e io dovevo ucciderli a colpi di granate a mano! (io solo del mio plotone sapevo maneggiare queste bombe e percio ne feci espludere alcune 810-15) a una 40na di passi davanti a noi) “e per aver combattutto colle retroguardie fino al giorno 12c…….” Mi avesse mandato un fulmine avrebbe fatto meglio. Non feci piu parola: rispondevo alle sue interrogazioni mai piu che con un si o un no.
Fino il 18 giugno irmasi in riposo e non feci che mangiare bere, dormiré e ammazzare pidocchi, che ne avevo la mia parte!!!...