domingo, 8 de enero de 2012

Canciones (y un regalo para el año nuevo)



24 de noviembre de 1997.
Abramo Battaia (Poia, 1913 - Bahia Blanca, 1998) recibe en su casa a Albina Bonavida, la viuda de su hermano Erino, que vino desde Italia -por un mes - a visitarlo.

Abramo canta dos canciones, L'anello che ti ho dato, y Che me ne importa mi se non son bella, que recuerda perfectamente después de 66 años de haber partido de su casa (1931).
Algo sobre la canción
L’ANELLO CHE Ti HO DATO

1- Cuando los pescadores marchigianos llegaban al Canal, a los triestinos les gustaba quedarse a la noche escuchando los cantos de esos hombres de mar. De ese modo puede haber sido aprendida eta canción, que se vincula a la tradición de "la pesca del anillo". Es un tipo de canción sentimental de moda entre ciertos autores de siglo XIX. Se difundió en Trieste alrededor de 1860 y las mujeres del pueblo todavía la cantan.

L’anello che t’ho dato
lo voglio di ritorno,
e fin che gira il mondo
l’anello voglio aver!

L’anello che m’hai dato
Non te lo voglio dare:
lo butto in fondo al mare
perché non t’amo più!

O donna, sei volubile!
O donna senza cuore!
Tu m’hai giurato amore
Con tanta falsità!

Hela aquí, cantada por Rudi Bucar en una versión del año 2007:


2- Según otra explicación, en cambio, esta sería una de las tantas canciones de emigración y trata de uno de esos dramas que, por lo que parece, solían suceder entre quienes partían y quienes se quedaban. (Se puede escuchar al coro Stelutis acá)


Io parto per l'America

Io parto per l'America
sul lungo bastimento
io partirò contento
per non vederti più.

L'anello che ti ho dato
si chiama di ritorno
presto verrà quel giorno
di gran consolazion.
E quando fui in America
sposai un'americana
addio bella italiana
non ci vedrem mai più.
Informatore: Elio Giannini, a. 32 
Ricercatore: 
Roberto Ferrari 
Data: 
1973 
Luogo: 
Toano - RE 
Al 
Coro Val Dolo di Toano RE

De la otra solo encontré la letra:





Vardè, che bel seren con tante stelle,
questa è la notte per rubar la belle.

Chi ruban donne non si chiaman ladri;
Si chiaman giovinetti innamorati.

Che cosa importa a me se non son bella
Che hò l'amante chi sa fa il pittore.

El me dipingerà come una stella
Che cosa importa a me se non son bella.



Son, evidentemente, canciones muy viejas, y de esas que suelen llamarse "populares" (por eso las letras se modifican una y otra vez), canciones que, probablemente, estuvieran de moda en los años 20. ¿Escucharían radio, en Poia, en esos años?). A veces hay quienes buscan en estos inmigrantes ese toque de color "típico" de la región de proveniencia, ese rasgo distintivo que ahora tratan de reivindicar y de valorar como algo atemporal; pero si algo suena con potencia en estas canciones es la historia, y no la historia de una región aislada: es la historia de los trentinos, venetos, friulanos que circulan entre fines de siglo XIX y principios del XX por toda el área véneta, es la historia de tantos (austríacos, vénetos, trentinos, friulanos, croatas, et al.) que emigran, es la historia de la difusión de la radio, la de la belle époque y a la vez de la miseria que a fines de los años 20 arrasa a con pueblos campesinos y montaña enteros...


Antes de que te vayas, le dice Abramo, te voy a hacer un hermoso regalo, un regalo que me cuesta caro, te voy a regalar... un negotin de le ale roseque vendría a ser algo así como "la nada con alas rosadas".

Eso es, 'l negotin de le ale rose, estas canciones, un brindis, y los mejores augurios de felicidad para este año nuevo, 2012.

UNA REFERENCIA AL NIGUTIN, ACA


24 novembre 1997.
Abramo Battaia (Poia, 1913 - Bahia Blanca, 1998) riceve la visita di sua cognata Albina Bonavida, vedova di suo fratello Erino, venuta dall'Italia per un mese.

Abramo canta due canzoni, L'anello che ti ho dato, y Che me ne importa mi se non son bella,  che ricorda perfettamente pur essendo passati ormai 66 anni dalla sua partenza da casa (1931).

L’ANELLO CHE Ti HO DATO
Allorché i pescherecci marchigiani sostavano nel Canale, i triestini amavano soffermarsi la sera ad ascoltare i canti di quegli uomini di mare. In tal modo può essere stata appresa questa melodiosa canzone, che certamente si ricollega al ceppo tradizionale de “La pesca dell’anello”. E ciò per quanto i versi sembrino arieggiare al tipo di canzone sentimentale cara a certi autori dell’Ottocento.Si è diffusa a Trieste intorno al 1860 e le donne del popolo l’intonano spesso ancor oggi.

L’anello che t’ho dato
lo voglio di ritorno,
e fin che gira il mondo
l’anello voglio aver!

L’anello che m’hai dato
Non te lo voglio dare:
lo butto in fondo al mare
perché non t’amo più!

O donna, sei volubile!
O donna senza cuore!
Tu m’hai giurato amore
Con tanta falsità!

Secondo un'altra spiegazione, questa sarebbe invece una delle tante canzoni di emigrazione, su uno di quei soliti drami tra quelli che partivano e quelle che restavano (Il coro Stelutis acá)


Io parto per l'America

Io parto per l'America
sul lungo bastimento
io partirò contento
per non vederti più.

L'anello che ti ho dato
si chiama di ritorno
presto verrà quel giorno
di gran consolazion.
E quando fui in America
sposai un'americana
addio bella italiana
non ci vedrem mai più.
Informatore: Elio Giannini, a. 32 
Ricercatore: 
Roberto Ferrari 
Data: 
1973 
Luogo: 
Toano - RE 
Al 
Coro Val Dolo di Toano RE



Dell'altra ho solo trovato le parole:



Vardè, che bel seren con tante stelle,
questa è la notte per rubar la belle.

Chi ruban donne non si chiaman ladri;
Si chiaman giovinetti innamorati.

Che cosa importa a me se non son bella
Che hò l'amante chi sa fa il pittore.

El me dipingerà come una stella
Che cosa importa a me se non son bella.



Sono, evidentemente, canzoni molto vecchie, di quelle cosidette "popolari", canzoni di moda, probabilmente, durante gli anni 20.
Ci sono a volte alcuni che cercano in questi "vecchietti" quel tocco di colore "tipico" della regione di provenienza, quella traccia distintiva che ora cercano di rivendicare e valutare come qualcosa atemporale, essenziale. Ma, peró, se qualcosa suona, e con molta potenza, in queste canzoni, è la storia, e non la storia particolare di una regione isolata: è la storia dei trentini, friulani, veneti girano tra la fine dell'Ottocento e primi anni del Novecentro per l'area veneta in cerca di migliori opportunità di lavoro o per la guerra, è la storia di tanti (veneti, trentini, friulani, croati, austriaci, et al) che emigrano oltremare, ed è anche la storia della diffusione della radio, de la belle époque  e allo stesso tempo la storia della miseria che alla fine degli anni venti devasta paesi e campagne.

Prima che tu vada via, dice Abramo, ti voglio fare un bel regalo, che me costa caro, ti voglio regalar... un negotin de le ale rose.

Ecco, le canzoni, 'l negotin de le ale rose, un brindisi, e i migliori auguri di felicità per il 2012.







No hay comentarios: